Storia dell'Arte

(dal Barocco al '900)

Le mille sfumature della fiamma dell'arte.

Dalle preziosità barocche alle estrosità novecentesche.

Il Sannio conosce una fase di grande splendore nel XVII secolo, con l’avvento del Barocco. Tra i manufatti lignei più pregevoli, citiamo il pulpito di Jacopo Bonavita e Domenico Tange (1644), ospitato nella Chiesa della Santissima Annunziata in Sant’Agate de’ Goti, il coro di Alessandro De Rosa (1650-1653) interno alla Cattedrale della stessa città, e soprattutto il Retablo (1661, foto 5), della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Cusano Mutri, dovuto a Domenico De Luca, caratterizzato dalle sculture di San Pietro e San Paolo, dai busti di Apostoli e Santa Chiara, dall’Adorazione dei Magi e dell’Eterno Padre, oltre a una ricca decorazione formata da angeli ed elementi vegetali e pittura in estofado de oro.

Splendido è anche lo stipo monetiere di maestranze napoletane che si ammira nel Museo del Sannio, caratterizzato da Storie del Vecchio Testamento e Allegorie.

Notevoli sono i dipinti e i cicli pittorici che adornano numerose chiese beneventane e sannite: opere di Francesco De Mura, Pietro Bardellino (la Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina e la Gloria delle Sante Lucia, Apollonia e Agata della Chiesa dell’Annunziata in Guardia Sanframondi), Francesco Narici (la Madonna con Bambino con Sant’Ignazio di Loyola e San Nicola della Chiesa dell’Annunziata in Guardia San-framondi), Michele Foschini, Paolo Finoglio (il bellissimo soffitto della Chiesa dell’Annunziata in Airola (foto 8), con Annunciazione, Immacolata e Sposa dei Cantici), Paolo De Falco, Luca Giordano, Paolo De Matteis (l’Annunciazione della Chiesa della Santissima Annunziata, il Trionfo di San Rocco della Chiesa di San Rocco, il Martirio di San Sebastiano e il San Sebastiano curato dalla pia Irene e affreschi del soffitto con Virtù e Allegorie, della Chiesa di San Sebastiano in Guardia Sanframondi (foto 1), e la Madonna della Pace del Museo del Sannio), Tommaso Giaquinto (gli affreschi della volta e della navata della Chiesa di San Sebastiano in Moiano), Gennaro Sarnelli, Antonio Sarnelli, Carlo Maratta, Francesco Solimena, Giuseppe Tomajoli, Oronzo Malinconico, Paolo De Majo, Sebastiano Conca, Lorenzo De Caro, Gennaro Greco e Giuseppe Castellano si possono ammirare in tutta la provincia. Tra le sculture si citano almeno l’argenteo San Sebastiano di Paolo de Matteis e Girolamo Starace, purtroppo trafugato, un tempo nella Chiesa di San Sebastiano in Guardia Sanframondi, la Sacra Famiglia di Giovan Battista Antonini nella Cappella di Sant’Anna nella Cattedrale di Sant’Agata de’ Goti e il meraviglioso San Bartolomeo in argento di Giuseppe Sanmartino della Chiesa di San Bartolomeo in San Bartolomeo in Galdo, opere a cui si deve aggiungere un folto gruppo di sculture lignee che popolano le varie chiese della provincia, scolpite da artisti importanti come Patalano, Fumo, Colombo, Colicci, Franzese, Ceraso, Picano, Lantriceni, Trillocco, Di Zinno, Jacobelli e Gori.

Tra gli architetti, meritano una citazione Filippo Raguzzini (Palazzo De Simone, Palazzo Terragnoli, Chiesa di San Filippo, Chiesa di San Bartolomeo e la Cappella di San Gennaro nella Chiesa dell’Annunziata di Benevento (foto 6), caratterizzata da uno splendido paramento in marmi policromi e da sculture e ornamenti di Matteo Bottiglieri, Giovanni Cimafonte e Pietro Bracci), Carlo Buratti (Fontana delle Catene), Giovanni Battista Nauclerio (Palazzo Rotondi Andreotti Leo) e Gaetano Barba (Palazzo Collanea Isernia).

Tra gli interventi urbanistici, pregevole è quello relativo a Cerreto Sannita, ricostruita dopo il terremoto del 1699 ad opera del Manni (foto 4, Chiesa di San Gennaro). Dell’Ottocento sono diverse opere ospitate nel Museo del Sannio, realizzate da Piranesi (Arco di Traiano), Hackert, Palizzi, Silvestri, Ponticelli, Vianelli e soprattutto l’elegante scultura Pane e lavoro del beneventano Caggiano (foto 2).

Opere del Novecento si ammirano all’interno del Palazzo Casiello, a cominciare da Ciletti, Laureti Ciletti,  Tomescu Scrocco, Guttuso, Levi, Cagli, Maccari, Del Donno, Messina, Fazzini e Greco, per finire con Dalisi, autore della meravigliosa installazione Giardino del Mago (foto 3), evocante le leggende relative alle streghe di Benevento. O ancora Palladino, campione della Transavanguardia, a cui si deve il celeberrimo Hortus Conclusus (foto 7). Infine una citazione merita Massimo Rao, pittore di San Salvatore Telesino, artefice di immagini oniriche e lunari.