Sannio e Archeologia

Antiche pietre di una grande civiltà.

Alla ricerca di antichi splendori.

Il nostro percorso dedicato all’archeologia non può che iniziare dall’antica Beneventum, ancora oggi testimoniata da monumenti di grande importanza, in primis l’Arco di Traiano (foto 1), costruito tra il 114 e 117 d.C. per celebrare la munificenza dell’imperatore Traiano: la ricca decorazione scultorea che arricchisce le due facciate rappresenta scene di pace e provvidenze verso i cittadini sul lato interno, rivolto verso la città, e scene di guerra e provvidenze dell’imperatore verso le province sul lato esterno; l’attico presenta al centro un’iscrizione dedicatoria e ai lati due pannelli a bassorilievo, ovvero L’omaggio delle divinità agresti provinciali e Deduzione di colonie provinciali sul lato esterno, e e Traiano accolto dalla Triade capitolina e Traiano nel Foro Boario sul lato interno; il fregio raffigura la Processione del trionfo di Traiano sulla Dacia; i rilievi decorativi raffigurano Vittorie tauroctone al centro e Amazzoni in alto. L’arco in epoca longobarda divenne porta cittadina nel lato settentrionale della cinta muraria e prese il nome di Port’Aurea, condizione che perse con i lavori di isolamento che lo liberarono dalle mura.

L’Arco del Sacramento (foto 2) data tra il I e il II secolo d.C., assurgeva a ruolo di ingresso per il foro da chi proveniva dal Teatro: l’arco è sostenuto da due pilastri in opus latericium poggianti su stilobati in opus quadratum, è attualmente privo quasi del tutto del rivestimento marmoreo e mancano le statue che dovevano essere alloggiate nelle nicchie; vi sono ordini di archi in opus latericium innestati nel pilastro sinistro; si ammirano i resti di un complesso termale che si trovava nell’insula compresa fra i due antichi “cardines”. Il Teatro Romano (foto 3), risalente al 126 d.C. (opera di Adriano), ha un diametro di 90 m, originariamente doveva ospitare 15 mila persone, presentava esternamente 25 arcate su tre ordini: sono ancora ben conservati i paradoi, soprattutto una sala con pavimento in mosaico e pareti marmoree, la cavea con i corridoi e le scale di accesso, gli ambulacri, resti di tre porte monumentali della scena e il viale d’ingresso decorato da mascheroni. Gli scavi del Duomo terminati nel 2012, con la creazione del Museo Diocesano, hanno portato alla scoperta di reperti archeologici e strutture abitative che spaziano dalla preistoria e l’età del bronzo, fino alla romanità (manufatti lapidei e sedici ampolle vitree dei secoli I-IV d.C.), la prima cristianità e il periodo medioevale.

Monumento assai importante era l’Iseo, il Tempio di Iside, fatto costruire da Domiziano tra 88 e 89 d.C. per venerare la dea di cui ci sono pervenuti molti frammenti (ospitati al Museo ARCOS), tra cui: sculture rappresentanti l’imperatore Domiziano in vesti faraoniche,  le divinità Anubi, Thot, Horus e Apis, con la sembianza di toro, un gruppo di sacerdotesse di Iside e di sacerdoti di Osiride, varie lastre incise, divers tra leoni e sfingi, i resti di un obelisco, una raffigurazione di Iside, la Cesta mistica con i simboli del serpente e del crescente lunare e i resti dell’Iside pelagia, divinità dei mari, oltre all’obelisco di Piazza Papiniano (foto 4) e al Toro Apis collocato all’incrocio tra via Posillipo e viale San Lorenzo (foto 5).

Si aggiunga alla lista, il Museo del Sannio, che raccoglie reperti protostorici di varie località, corredi tombali da Caudium e dalle Valli Caudina, Telesina e Fortorina, soprattutto crateri a figure rosse, sculture romane greche e romane provenienti da Beneventum (tra cui una testa di Hera, statue acefale di Traiano e Plotina, vari fregi), numerosi sarcofagi, monumenti funerari, monete antiche, leoni funerari e cosi via. Una citazione meritano anche i numerosi ponti: Ponte Leproso (foto 4), costruito nel III secolo per Volontà di Appio Claudio Cieco per collegare Beneventum alla Appia, il Ponte Valentino (foto 5), datato al II secolo, quindi il Ponte delle Serrettelle, il Ponte Rotto (Apice), il Ponte delle Chianche (Buonalbergo), il Ponte di Santa Maria la Strada (San Lorenzo Maggiore, foto 12), il Ponte di Annibale (Cerreto Sannita, foto 10) e il Ponte Fabio Massimo (Faicchio, foto 6). Altri monumenti beneventani degni di nota sono l’Anfiteatro e il Criptoportico dei Santi Quaranta. Per quanto riguarda il Sannio Caudino, è Caudium il centro più importante, famoso per l’episodio delle Forche Caudine, il cui territorio è ricco di necropoli, i cui oggetti sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino in Montesarchio (suppellettili, gioielli, corredi di tombe con elementi in bronzo, contenitori in ceramica nera, datati tra VIII e III secolo a.C., soprattutto crateri dipinti in rosso e nero (foto 7), ricostruzioni di vari tipi di inumazione con fosse a terragna, una tomba in pietre di tufo del periodo preistorico e un villaggio preistorico con utensili e oggetti d’uso quotidiano). Dell’antica Saticula si conservano in vari musei diversi oggetti in bronzo e splendidi vasi in figure rosse su fondo nero rinvenuti da necropoli (località Presta e San Pietro), in particolare la splendida Coppa del Ratto d’Europa, di Assteas, del IV secolo a.C. (foto 13), ospitata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Infine Telesia è rilevante per le particolari mura con segmenti arcuati dalla concavità verso l’esterno, le terme, l’Anfiteatro (foto 14), l’Antiquarium, che raccoglie elementi lapidei, cippi funerari, epigrafi e reperti ceramici, e infine l’Arce di Monte Acero (foto 15), mura megalitiche di età osco-sannita (VI secolo a.C.).